Percorsi cerebrali di piacere e motivazione
Il sistema di ricompensa è un insieme di strutture e di processi cerebrali che viene messo in moto quando si elabora uno stimolo gratificante (cibo, acqua, sesso, socialità, o anche solo una notifica sullo smartphone…) o quando lo si desidera e lo si ricerca. È un sistema fondamentale per l’apprendimento e per la motivazione, perché identifica gli stimoli piacevoli per l’organismo, fornendo la motivazione per fare in modo che si ripetano. Il piacere che deriva dalla ripetizione dello stimolo è vissuto come una ricompensa.

Nel momento in cui il cervello riceve uno stimolo piacevole e gratificante si attivano i neuroni dell’Area Ventrale Tegmentale (VTA), un gruppo di neuroni localizzato sulla base del mesencefalo, che rappresenta il centro di controllo del sistema di ricompensa. Dalla VTA partono contemporaneamente due vie dopaminergiche, quindi due distinti fasci di assoni che trasportano il neurotrasmettitore dopamina.
Le due vie dopaminergiche del sistema di ricompensa
La prima via del sistema di ricompensa, la via mesolimbica (nella figura, in celeste), parte dalla VTA e raggiunge il nucleus accumbens (nucleo che gioca un ruolo fondamentale nel determinare la motivazione che anticipa le nostre azioni) e l’amigdala (il sistema di allarme del cervello che gestisce la paura e la risposta di attacco-fuga). Questa rappresenta la via primaria della ricompensa e dell’anticipazione. È la via che “genera il desiderio” e la spinta, la motivazione a ottenere la ricompensa.
La seconda via del sistema di ricompensa è la mesocorticale (nella figura, in fucsia). Ancora dalla VTA, dove hanno origine tutte le vie dopaminergiche del sistema di ricompensa, i neuroni dopaminergici proiettano stavolta verso la corteccia prefrontale. Questa via è implicata nelle funzioni esecutive, come la valutazione cognitiva, il pianificare, prendere decisioni, controllare gli impulsi, gestire le emozioni, contribuire alla memoria di lavoro e al comportamento sociale. Si potrebbe dire che è implicata nelle modalità di relazione con l’ambiente esterno.
La funzione della corteccia prefrontale
Come già accennato, pur ricevendo dopamina dalla VTA, la funzione della corteccia prefrontale non è quella di generare piacere. Il ruolo della corteccia prefrontale nel sistema di ricompensa è invece quello di aggiornare e mantenere rappresentazioni interne del contesto nella memoria di lavoro (Ott e Nieder, 2019). Ad esempio, il contesto potrebbe essere: siamo a dieta e vediamo una torta al cioccolato. La nostra corteccia prefrontale mantiene attivo il contesto rilevante, durante l’incontro con questa tentazione, innescando una valutazione sul da farsi: Sono a dieta da due settimane… ho già sgarrato ieri… il mio obiettivo è perdere 5 Kg… domani ho l’appuntamento dal dietologo… Tutti questi elementi appartenenti al contesto (sono a dieta e vedo la torta) rimangono accesi nei circuiti della nostra corteccia prefrontale influenzando la decisione finale. Senza corteccia prefrontale, reagiremmo allo stimolo torta in modo immediato: torta ⇒ voglio ⇒ mangio.
Quindi, nello specifico, le operazioni cui è deputata la corteccia prefrontale, in ambito di sistema di ricompensa sono: il controllo dello stimolo in arrivo attraverso i sensi (vedo la torta e la voglio mangiare); il mantenimento dei contenuti nella memoria di lavoro e la loro manipolazione (sono a dieta, devo perdere 5 Kg, domani ho il dietologo, ecc.); la trasmissione dei comandi motori ((evito – oppure mangio – la torta)) (Friedman e Robbins, 2022).
Lo sviluppo della corteccia prefrontale
La maturazione della corteccia prefrontale si estende attraverso tutta l’adolescenza, fino alla prima età adulta, periodi, questi, critici per la plasticità cerebrale. Viene ultimata soltanto verso i 20-25 anni. Durante il suo sviluppo, le connessioni sinaptiche si affinano, quindi la comunicazione tra i neuroni di quest’area, e dall’esterno, è più ricca e precisa; vengono bilanciati i neurotrasmettitori eccitatori e inibitori (glutammato e GABA), quindi la consueta spinta dell’adolescente verso il “buttarsi nelle cose” comincia a incontrare una valutazione critica che può portare a un freno; viene migliorata la mielinizzazione assonica, quindi la trasmissione delle informazioni tra neuroni è più veloce. L’effetto di tutte queste trasformazioni si riflette nel miglioramento delle capacità cognitive, quali memoria di lavoro, controllo degli impulsi e della pianificazione (McKeon et al., 2024; Perica et al., 2022; Larsen e Luna, 2018; Makinodan et al., 2012; Hijazi et al., 2025).
La corteccia prefrontale del cervello adolescente
Prima dei 20-25 anni, e pensiamo soprattutto all’adolescenza, la corteccia prefrontale ancora in formazione è particolarmente ricettiva all’apprendimento e all’esperienza. La sua incompiutezza, soprattutto nella non ancora raggiunta piena capacità di inibire gli impulsi e di pianificare, rende l’adolescente incapace di valutare in maniera ponderata l’effetto delle sue scelte, spingendolo a buttarsi nelle cose “senza pensarci troppo”. In questo periodo critico, l’adolescente spesso si lascia andare alle emozioni e le segue, senza stare troppo a valutare le conseguenze delle proprie scelte e delle proprie azioni. Se da un lato questo approccio al mondo può apparire rischioso, dall’altro l’evoluzione deve aver “deciso” che, nonostante tutto, questo è un approccio adattivo. Infatti è proprio per questa mancanza di freni che l’adolescente può fare quelle esperienze che lo porteranno alla maturazione per diventare un adulto.
Dopo i 20-25 anni, la plasticità cerebrale si indebolisce e le reti neurali divengono più stabili, consolidando le funzioni cognitive adulte. È a quel punto che la corteccia prefrontale può modulare appieno l’intensità della risposta di ricompensa del nucleo accumbens, esercitando un’azione inibitoria, e funzionando da freno esecutivo quando necessario.
Il Ruolo della Famiglia
Vedendo che i figli stanno diventando autonomi, le famiglie (anche quelle più presenti), un po’ perché “è giusto che comincino a cavarsela da soli”, un po’ perché “possiamo riprenderci un po’ del nostro tempo”, lasciano i figli più a se stessi. È proprio in questo periodo, invece, che la famiglia dovrebbe essere più presente, ma non dentro la vita dei figli. Dovrebbe essere una presenza trasparente, che osserva in silenzio e da lontano e che si confronta apertamente coi figli quando vede che c’è qualcosa che non va, spiegando quali siano, oltre ai benefici (che sicuramente conoscono già benissimo), i possibili costi di un comportamento che hanno messo in atto o di un’azione che intendono intraprendere.
Descrizione dei processi nel sistema di ricompensa

Ricompensa e Social Media
Il sistema di ricompensa è il protagonista, quando tuo figlio scorre i video su TikTok o gli altri Social. La breve durata dei video (15-30 secondi) fa sì che il suo cervello riceva, in pochissimo tempo, un treno di stimoli piacevoli che sollecitano il sistema di ricompensa, con conseguente continuo rilascio di micro-dosi di dopamina e il sovraccarico del sistema di ricompensa, con il rischio di sviluppare una dipendenza da dopamina.
Ascolta l’episodio del podcast per capire cosa sta succedendo a tuo figlio.
Bibliografia
- Friedman, N.P., Robbins, T.W. The role of prefrontal cortex in cognitive control and executive function. Neuropsychopharmacol. 47, 72–89 (2022). https://doi.org/10.1038/s41386-021-01132-0
- Hijazi, S., Pascual-García, M., Nabawi, Y., & Kushner, S. (2025). A critical period for prefrontal cortex PV interneuron myelination and maturation. bioRxiv. https://doi.org/10.1101/2023.08.15.553393
- Hou G, Hao M, Duan J, Han MH. The Formation and Function of the VTA Dopamine System. Int J Mol Sci. 2024 Mar 30;25(7):3875. doi: https://doi.org/10.3390/ijms25073875
- Larsen, B., & Luna, B. (2018). Adolescence as a neurobiological critical period for the development of higher-order cognition. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 94, 179-195. https://doi.org/10.1016/j.neubiorev.2018.09.005
- Makinodan, M., Rosen, K., Ito, S., & Corfas, G. (2012). A Critical Period for Social Experience–Dependent Oligodendrocyte Maturation and Myelination. Science, 337, 1357 – 1360. https://doi.org/10.1126/science.1220845
- McKeon, S., Perica, M., Parr, A., Calabro, F., Foran, W., Hetherington, H., Moon, C., & Luna, B. (2024). Aperiodic EEG and 7T MRSI evidence for maturation of E/I balance supporting the development of working memory through adolescence. Developmental Cognitive Neuroscience, 66. https://doi.org/10.1016/j.dcn.2024.101373
- Ott, T., & Nieder, A. (2019). Dopamine and Cognitive Control in Prefrontal Cortex. Trends in Cognitive Sciences, 23, 213-234. https://doi.org/10.1016/j.tics.2018.12.006.
- Perica, M., Calabro, F., Larsen, B., Foran, W., Yushmanov, V., Hetherington, H., Tervo-Clemmens, B., Moon, C., & Luna, B. (2022). Development of frontal GABA and glutamate supports excitation/inhibition balance from adolescence into adulthood. Progress in Neurobiology, 219. https://doi.org/10.1016/j.pneurobio.2022.102370
